Nel sorprendente spazio del teatro della Visitazione (un presidio culturale non così ordinario dalle parti di Casal Bruciato) per una tenitura sontuosa di questi tempi di ben 24 giorni (fino al 31 ottobre prossimo), è in cartellone lo spettacolo WALKING DEAD di Leonardo Buttaroni. Il suo è un talento di scrittura e di regia che si è fatto largo da tempo sulla scena romana, mettendosi in vista per l’originalità assoluta degli allestimenti e per la capacità di creare insiemi attoriali particolarmente affiatati. Anche questa volta (in cui la regia è firmata insieme a Federico Vigorito) la conferma del talento è indiscutibile.
Si ride sulla scena, si ride tanto per le situazioni comiche più strampalate e folli che, anche in disparte dall’ordito della trama, escono fuori, come fossero ispirazioni di estemporaneità. Siamo dalle parti del racconto noir, con tanto di una folla di comparse urlanti e grondanti sangue, che accerchiano un riparo alla buona per quattro transfughi i di una periferia romana, in fuga da una pericolosa epidemia che ha trasformato i cittadini in pericolosi cannibali. Sono i morti viventi, che premono fuori dalla porta e dalle finestre barricate cercando di penetrare all'interno per diffondere l’epidemia di zombismo.
A voler cercare una filigrana metaforica, le ascendenze di genere sarebbero tante, a cominciare da IlRinoceronte di Ionesco, oltre a una qualunque delle produzioni pinteriane, laddove l'ambientazione descrive una stanza con il pericolo che proviene da fuori e che si manifesta con fragori e sconquassi al di là delle porte. Ma le ascendenze più scoperte (tanto che quella in scena sembra essere una sorta di spin-off) appartengono a una interminabile serie televisiva americana di largo successo anche da noi intitolata The Walking Dead.
Qua e là si percepisce pure che l'intuizione genetica della scrittura parte dalla esperienza che tutti abbiamo avuto del lockdown (di cui resta una traccia simbolica nella scritta incompiuta CE LA FAREM… che campeggia grottescamente su una parete di quella stanza a significare l’ottimismo tradito di quella transizione).
Come sempre nelle opere di Leonardo Buttaroni l'azione sulla scena è assicurata, come pure la declinazione comico/grottesca dell'impianto, dove a farla da padrona è la comicità situazionista, ma anche quella surreale, perfino fuori da ogni coerenza logica (ciò che molto spesso suscita ancora di più il riso). Gli attori sulla scena (meritano di essere menzionati uno per uno per la loro bravura: Claudia Ferri, David Marzi, Emiliano Morana e Claudio Vanni) fanno una fatica del diavolo, ma ci lasciano supporre che sono i primi e divertirsi, come si diverte il pubblico per una commedia in cui forse è inutile cercare sottofondi metaforici, anche se la lezione che viene dalla scena è che il male non va cercato tra gli alieni o gli zombie, perché basta guardare tra le fila degli umani per capire che nella lotta per la sopravvivenza il prossimo viene considerato solo un ingombro da eliminare in fretta e senza troppi riguardi.
Le musiche di effetto sono di Marco Fieni, le scene di Leonardo Buttaroni, le luci di Federico Vigorito. Per la serata di commiato del 31 ottobre -per la coincidenza con la trama- dopo lo spettacolo, verrà festeggiata la ricorrenza di Halloween.
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