Ha debuttato al Brancaccio la riduzione teatrale dell’omonimo, famoso film del 1998, trionfatore dei botteghini. Si narra della complessa gestazione del copione teatrale di Giulietta e Romeo, ma è l'occasione per raccontare l'effervescente clima della Londra di fine '500, laddove si poteva incrociare -tra Kyd, Marlowe e Shakespeare- il fior fiore della drammaturgia europea.
L’allestimento diventa un appassionante affresco del teatro elisabettiano, dove vita e finzione si sovrappongono magnificamente in una storia d’amore, tra lo stesso Shakespeare (interpretato con misura ed equilibrio da Marco De Gaudio) e una giovane (la splendida figlia d’arte Lucia Lavia) innamorata del teatro, fra equivoci e rimandi letterari di grande pregio.
Gli attori sulla scena danzano e si incrociano in duelli di spada, montati su una pedana circolare circondata ai lati da due strutture, a suggerire quella del mitico Globe.
Tutto sembra orientato a inseguire – per fortuna con pochi rimpianti per la resa complessiva- il linguaggio cinematografico dell’opera ammirata al cinema. Quindi tutto è all’insegna del ritmo e della velocità nei cambi di scena, proprio come si trattasse di montaggi cinematografici.
L'allestimento si pregia di una fastosa scenografia e di costumi all’altezza, oltre di una regia pregevole.
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