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  • Immagine del redattoreFabio Salvati

SHAKE IN COMEDY - Scritto e diretto da Leonardo Buttaroni


Ci si può divertire al cospetto delle tragedie di Shakespeare ? Il quesito esporrebbe fatalmente la risposta alla proposizione di scenari da villaggio turistico, laddove il capo animatore si traveste da Otello o da Amleto (quando non da Ofelia o Giulietta) per il godimento di villeggianti senz'altra pretesa che quella di ammazzare il tempo del dopocena.

Ecco: dimenticate questo scenario, perché non è assolutamente quello che accade con lo spettacolo “Shake in Comedy” scritto e diretto da Leonardo Buttaroni andato in scena al teatro IF in questi ultimi giorni.

Anche qui un trio attoriale di tutti maschi impegnato nell'improbabile tentativo di riepilogare, nel tempo stretto di una serata, tutta la smisurata produzione del grande Bardo. Ma ad accendere un faro di attenzione e riguardo sull'iniziativa c'è la dimensione dadaista e insieme filologica del racconto: tutto è declinato alla ricerca del divertimento (basico o raffinato), il focus più attento al situazionismo esilarante che la perfetta compagine attoriale è in grado di creare, ma l’occhio sempre attento al rigore della citazione. E così prendono corpo uno ad uno, ciascuno incartato in una contestualizzazione esilarante, i richiami a Otello, Amleto, Romeo e Giulietta (c’è bisogno di aggiungere che sono esilaranti i travestimenti al femminile ?), Macbeth, lampi su Antonio e Cleopatra, Giulio Cesare, Tito Andronico e perfino a opere minori come Troilo e Clessidra.

Ciò che rimane -a parte il contagioso divertimento della platea (spesso e volentieri chiamata a partecipare, perfino sul palco)- è il piacere di aver assistito a un esperimento di narrazione che rispetta i meccanismi degli inserti shakespeariani, giocando a valorizzarli in chiave comica, come appunto avrebbe fatto lo sperimentalismo dadaista nella prima metà del secolo scorso.

Gli attori sul palco, perfettamente registrati da una regia che anche in questo si rivela efficace, sudano, corrono, duellano, si irridono l’un l’altro in forsennati cambi d’abito vestendo entrambi i generi: Alessandro Bevilacqua, Christian Galizia, Ermenegildo Marciante.

Il presente commento è solo un auspicio perché questo spettacolo (chiaramente alla prova sul piccolo palcoscenico del teatro IF) possa trovare nella prossima stagione, come merita assolutamente, accoglienza presso importanti spazi teatrali della Capitale.

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