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  • Immagine del redattoreFabio Salvati

MIMI' DA SUD A SUD di e con Mario Incudine

Regia di Moni Ovadia e Giuseppe Cutino


Dalla rampa di lancio del Teatro Sala Umberto ha preso il via per una tournee nazionale lo spettacolo Mimì, da Sud a Sud, dedicato all’epopea iniziale del giovane Domenico Modugno.


Sulla scena un cantante-performer dal talento eccezionale, Mario Incudine (un autentico clone del grande Mimmo nazionale, se possibile ancora più dotato) e la sua band di musicisti (perfomer loro stessi, perché spesso chiamati a partecipare alle drammatizzazioni dell’allestimento).


Non si tratta affatto uno spettacolo semplicemente rievocativo, sulle note di canzoni popolari riproposte come fossero cover: qui la narrazione procede per scelte autorali che sanno bene dove andare e da dove partire.



Si parla di Sud: dell’ingegnoso artifizio alla base del successo di Mister Volare. Quel suo fingersi siciliano, approfittando della somiglianza con il suo fonema pugliese di nascita, per intercettare le chiavi del successo, visto che la Sicilia era nota a tutti e il Salento (allora) molto meno.

E allora dal cilindro narrativo (splendidamente confezionato dalla regia di Moni Ovadia e di Giuseppe Cutino) ecco uscire le straordinarie storie cantate dal giovane Modugno, prima del successo planetario di Volare. Storie di asini ubriachi, di gatti neri che cercano una via di uscita alla loro diversità, di donne ricce e di svegliette, di minatori e pesci spada, di grilli inseguiti da amori impossibili, di braccianti che cercano il riscatto da un Cristo crocifisso che li incita alla ribellione.


Alla fine, rapiti da oltre un’ora di canzoni e straordinarie performance di attori (sostenuti dal testo di Sabrina Petyx niente affatto invasivo, che volentieri si propone di fare da semplice cornice di parole a quel tanto di raccontato portato dalle canzoni) c’è da essere orgogliosi (una volta tanto) delle proprie radici meridionali, se il Sud è stato capace di raccontare e raccontarsi in questo modo emozionante.


E’ bello riprovare, dopo tanto tempo, l’ebrezza delle mani stanche per gli applausi.

Un vero peccato che il pubblico romano perda per il momento il privilegio di affollarsi in platea per questo spettacolo che si avvia ad una tournee che non sarà difficile ipotizzare trionfale.


Grazie alla Sala Umberto per avergli concesso questi due giorni di presentazione.


Buona fortuna alla Compagnia.

Vi aspettiamo al ritorno.

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