Due le tesi di fondo che hanno percorso questa lezione/spettacolo rappresentata al Teatro Olimpico da Vittorio Sgarbi, per sole cinque repliche, nei giorni scorsi. La prima è che Leonardo è un genio assoluto: affermazione alla portata di chiunque, ma che introduce una riflessione di tipo teologico. Attraverso le sue intuizioni artistiche noi possiamo addirittura scorgere l'Assoluto, con il quale Leonardo sembra essere in competizione. Egli -come Dio- aggiunge qualcosa alla Creazione, migliorando il mondo.
La seconda è che il suo genio assoluto -inteso come capacità di intuizione e immaginazione- fa velo totale alla sua capacità espressiva, nel senso che di quest'ultima non possiamo non notare le imperfezioni.
Insomma Leonardo genio imperfetto, genio che lasciava tanti incompiuti nella sua straripante ideazione artistica e non. E questo -sostiene Sgarbi- si nota tanto più nelle sue produzioni pittoriche, a cominciare da quelle più famose come L'ultima cena e la Gioconda.
La cavalcata di oltre due ore che Vittorio Sgarbi propone – con il supporto di uno schermo visivo- è tutta incentrata proprio su questo tipo di produzione, alla luce di prospettive critiche spesso sorprendenti e sempre interessanti, soprattutto nella analisi dei dettagli, utili per ricostruire la personalità di Leonardo, e nella rassegna comparativa con le espressività di altri artisti suoi contemporanei.
A scandire i vari passaggi del racconto, sulla scena compare il musicista Valentino Corvino con le sue musiche originali ed eseguite dal vivo (violino, viola, chitarra saracena).
Scenografia video di Tommaso Arosio, messa in scena e allestimento Doppiosenso.
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