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Immagine del redattoreFabio Salvati

IL PADRONE di Gianni Clementi - Regia di Paolo Triestino

Aggiornamento: 26 feb 2018

Si tratta della ripresa di una fortunata commedia andata in scena qualche anno fa (che segnò il debutto teatrale di Ornella Muti, nel ruolo di Immacolata, oggi ricoperto senza nessun rimpianto dalla bravissima Paola Tiziana Cruciani) con il titolo differente de “L’Ebreo”. In effetti la vicenda – ambientata negli anni Cinquanta (come suggeriscono puntualmente, oltre agli arredi di un interno borghese romano, anche le musiche del tempo) - riguarda proprio il patrimonio di un benestante ebreo romano che a causa delle leggi razziali del 1938 era stato costretto ad intestare fiduciariamente le sue proprietà a un suo modesto garzone di bottega, per poi scomparire nel nulla seguito al rastrellamento nel ghetto dell’ottobre 1943. La speranza della coppia di fortunati fiduciari è che il vecchio ebreo (del quale non si sa più niente da anni) non faccia più ritorno a rivendicare la sua “roba”. Ma un giorno ai due coniugi baciati dalla sorte pare di scorgere in una misteriosa figura che si aggira alla loro porta o che li sorveglia da lontano: il dubbio serpeggia sempre più insistente, diventando vera e propria paranoia, capace di dettare finanche le soluzioni più estreme.

In questa svolta della piece –fino a quel momento esclusivamente dal mood comico- si colloca il nucleo centrale della storia, laddove le differenze caratteriali dei protagonisti emergono con maggior vigore, scoprendo i risvolti destabilizzanti di una scalata sociale improvvisa e non meritata. La vicenda, pur immersa in un clima di profondo realismo e approssimandosi via via al racconto thriller, si svolge sempre sotto la scorta di una comicità di alleggerimento, che costituisce il tratto fondamentale di questo Autore, diventato uno dei protagonisti della drammaturgia contemporanea italiana.


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