top of page
  • Immagine del redattoreFabio Salvati

DON GIOVANNI di Mozart, secondo L’Orchestra di Piazza Vittorio


L'orchestra multietnica di Piazza Vittorio ormai è un brand famosissimo e di levatura internazionale. Fa esauriti in tutta Italia e questo allestimento del Don Giovanni di Mozart ha fatto spellare le mani alla non facile platea di Lione nell'anteprima di giugno. L'Orchestra ritorna dopo il successo della scorsa stagione dell'allestimento del Flauto magico, sempre di Mozart.

La provocazione è la cifra identitaria di questo allestimento, a cominciare dalla scelta del protagonista: un Don Giovanni affidato a una interprete –donna- fantastica Petra Magoni, a voler significare fin da subito che in quest'opera non si deve avere riguardo ai generi, a cominciare proprio da quelli che identificano la sessualità. Ma nessun arretramento sul piano della sensualità o su quello collezionistico del leggendario tombeur de femme, come attestato fin dal principio dalla rapida carrellata di donne di tutte le età (una più corrucciata dell’altra) che scorre nel visual montato sopra il palcoscenico e dalla simbolica comparsa di una spirale, a testimoniare probabilmente la dannazione immanente di chi ha scelto di misurarsi con la serialità delle sue conquiste, al netto di qualunque autentico coinvolgimento emotivo.

Sulla scena una band di cinque elementi (tra i quali spicca il batterista che ha ritmato ogni esecuzione) nell’

avvicendarsi di atmosfere swing e jazz, ma con un occhio al rispetto della partitura originaria. A completare la scena un gruppo di cantanti, che assieme al/alla protagonista si sono alternate in duetti, corali e assoli. A raccogliere gli applausi finali si è avvertita l’assenza della protagonista, che portava addosso gli esiti di una frattura alle costole, ma che ha voluto- nonostante tutto-rendere al meglio anche in queste repliche romane.

0 commenti
bottom of page