George Brassens e Giorgio Gaber: due chansonnier di epoche differenti che sembrano avere poco in comune, a parte il nome di battesimo e la medesima dedizione all’arte del cantastorie. Questo spettacolo –un perfetto scampolo di quel format che, grazie proprio a Gaber cominciò a chiamarsi Teatro canzone- li unisce in un unicum assoluto. In questo recital elegante e raffinato non si vedono le cuciture della narrazione: i due artisti sulla scena -Andrea Mirò e Alberto Patrucco- si danno il cambio in modo del tutto naturale, alternando momenti di riflessioni umoristiche sul presente, sulla vita, sull’amore e sulla morte a contributi canori provenienti dal repertorio dei due grandi artisti scomparsi. E l’insieme cattura l’attenzione: si prova un piacere infinito nel sentire che ancora c’è spazio per una declinazione “alta” del racconto sul presente, senza concessioni alla grossolanità o alla risata facile, ma neanche alla retorica saccente di chi pretende di scolpire a parole o a epitaffi la realtà dell’esistenza. Si parla e si canta di amore e morte con leggerezza e con un sorriso sempre a fior di platea, a ricordarci lo smisurato ibrido di sentimenti che ci percorre e che ci lascia piangere ai matrimoni e ridere ai funerali.
Di Brassens il pubblico italiano conosceva le versioni famose realizzate da Fabrizio de André, ma qui la scelta è caduta sui brani meno noti dell’artista francese –tradotti da Alberto Patrucco- che testimoniano la sua straordinaria vena anarchica e irriverente (perfino davanti alle delicate tematiche del fine vita). Di Gaber sappiamo –o crediamo di sapere- molto di più: ma anche qui la selezione ha riguardato i brani meno popolari, ma più intensi, di quelli che scaldano la platea, come è accaduto per la magnifica interpretazione de “Il dilemma”, un’esecuzione intensa ed emozionante proposta di Andrea Mirò, in perfetta sinergia con le particolari capacità interpretative di Alberto Patrucco. Il Gruppo musicale (Daniele Caldarini che ha curato gli arrangiamenti insieme ad Andrea Mirò, Francesco Gaffuri e Jacopo Pugliesi) ha accompagnato le esecuzioni musicali, valorizzando gli abbrivi alla chitarra o al piano (ma anche a cappella) dei due artisti sulla scena.
Comments