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  • Immagine del redattoreFabio Salvati

CAVEMAN di e con Maurizio Colombi

Come si può non unirsi al coro di lodi per uno spettacolo, che sia pure con format differenti, è tra i più visti e applauditi al mondo ? Si tratta di un monologo (rivisitato proprio dallo stesso Maurizio Colombi) che nasce negli anni Novanta a Broadway per la penna di Rob Becker: uno spettacolo che parla di coppie, dei rapporti uomo-donna e che ripropone durante tutte le due ore e passa dell’allestimento la stessa sconvolgente considerazione: le donne sono differenti dagli uomini !

Per giungere a questa “clamorosa” conclusione si parte dall’uomo delle caverne, per dire che gli uomini possiedono da sempre l’identità di cacciatori e le donne quella di raccoglitrici, ciò che li ha resi differenti nell’evoluzione, fino a determinare le donne a sfinirsi in ore e ore di shopping e l’uomo a puntare sempre e soltanto a una cosa, anzi a due: il telecomando e il sesso femminile.


La domanda che aleggia continuamente nella narrazione dal palco è sempre la stessa: che cosa rende gli uomini nella considerazione delle donne dei perfetti “stronzi” ? Dalla platea, continuamente sollecitata dal bravissimo Maurizio Colombi, partono boati di condivisione da parte del pubblico femminile e questo gioco di interazione continuo crea un’empatia fissa, tanto che gli spettatori condividono momenti e considerazioni, unendosi spesso ai canti intonati dal palco da Colombi, che si avvale del sostegno impeccabile di un gruppo musicale.

Tutto molto già visto e sentito (poteva mancare l’esegesi della canzone Teorema, con gli uomini a intonare il passaggio, in cui si teorizza “prendi una donna, trattala male”?”) ma il pregio dello spettacolo è che per quanto il tema sia più che consunto, il pubblico ride e ride spesso e volentieri, proprio come fossimo davanti allo schermo della tv a vedere una puntata di Zelig, perché tutto gli rassomiglia, velocità della narrazione, suddivisa in sketch, battute a raffica e contaminazioni musicali di alleggerimento.

Non sarà un caso che lo spettacolo porti la firma di Teo Teocoli, mattatore del Derby milanese



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